sempre caro mi fu

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.

una raccolta di fotografie: sole, spiagge e umanità

Ho creato una specie di racconto fotografico e per uno come me vissuto con un certo disprezzo per i fotoromanzi è un evento significativo: mi affranco, forse tardivamente, dai fantasmi dell’educazione ricevuta.

Dicevo, un racconto per immagini che ho pubblicato su Lensculture. In un momento di esterofilia ho scritto la descrizione in inglese, che riassumo ora. E’ una serie di scatti estivi con i quali volevo rendere visibili alcune emozioni e riflessioni. Ho cercato i momenti di silenzio nelle spiagge altrimenti affollate e rumorose. Non per altro, ma solo perché la fotografia impone una certa essenzialità dello sguardo che si esercita anche in mezzo alla folla e fra le voci.

Nella serie di foto sono voluto partire dai colori di una spiaggia al mattino presto per raccontare il progressivo popolarsi sulla sabbia e il ritorno alla sera. Un giorno che inizia nel silenzio estatico e si conclude con il lavoro dei bagnini che preparano le sdraio per il giorno successivo. In mezzo ci sono le origini e le destinazioni delle persone.

https://www.lensculture.com/projects/1841600-sun-sea-beach-and-humanity

cosa scrivere?

Sono mesi e anni radicali, durante i quali le sfumature sono state progressivamente solarizzate fino a scomparire. Abbiamo ottenuto zone di colori pieni e la varietà dei passaggi dall’uno all’altro è stata asciugata fino a far emergere colori contrapposti. Dove c’erano sfumature troviamo il vuoto e al posto di una mappa della ricca varietà della vita abbiamo pochi colori che si fronteggiano: rosso, blu, giallo, celeste, marrone, fucsia, viola, arancione. Una volta solarizzate le sfumature, non conta la varietà e si guarda solo alla solidità dei confini che conservano, entro i netti limiti dati, le cose al loro posto, là dove devono stare a causa della loro natura: il rosso nel rosso, il blu nel blu, il giallo nel giallo. Senza sfumature ovvero sconfinamenti che rendono incerta l’identità. Liberati dal fardello della varietà e delle gradazioni che reclamano cittadinanza.

Entro il proprio colore ciascuno si agita spudorato nello spazio comune urtando respingendo, isolando, macchiando di sé il panorama.

Scrivere è anche la scoperta delle sfumature e delle venature fra le certezze per rendere visibili i panorami che attendono di fiorire. La forza del linguaggio risiede nel fatto che una volta nominate le sfumature acquisiscono evidenza fino a diventare ostinate come se fossero fatti.

Il lavoro del fotografo di mettere a fuoco per far emergere colori, ombre e luci è come scrivere cercando le parole che restituiscano i toni della vita facendola fiorire nel reticolo degli individui. Far respirare la mente condivisa

posto di lavoro di notte

Stavo tornando a casa alla fine di una giornata di lavoro impegnativa. La golden hour era già passata da tempo nella strada attraversata solo da qualche macchina veloce. Il cortile mi è apparso, quasi venuto incontro. L’apparenza esterna di un luogo di lavoro in parte vuoto ma quelle luce e quelle automobili parlavano di qualcosa che restava ancora da completare, forse di una famiglia avvisata all’ultimo. Non un rumore da dentro e neanche dalla strada. Un po’ di freddo.

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non è sempre facile

E’ capitato e capiterà a tutti almeno una volta nella vita di cercare guai per buttarcisi a testa prima. Alcol, droga, sesso, persone ambigue e altro ancora. L’elenco è lungo e qualsiasi realtà supera la fantasia. Se queste sono le strade che talvolta si intraprendono, ci sono anche alcune osservazioni collaterali relative alle possibili mappe di queste strade.

Una è il ruolo della fortuna nell’esito degli eventi. Uno beve gin di pessima qualità fino a vomitare l’anima sua e dei suoi antenati all’angolo della strada poi stramazza addormentato su una panchina. L’amico beve due birre, si mette alla guida e in una strada buia investe un malcapitato. Il primo parlerà con gli amici del mal di testa effetto della notte brava mentre il secondo parlerà con l’avvocato dei prossimi anni prigione effetto del tasso alcolemico di poco superiore al consentito. Il primo sarà una persona immacolata, il secondo una persona riprovevole, additata come esempio negativo da non seguire o al massimo da compatire.

Un secondo aspetto è la libertà senza la quale mancano responsabilità, dignità, speranza e solidarietà. Certo che la libertà fa una paura fottuta, soprattutto quando vediamo l’amico, l’amica, il prossimo che incrociamo per strada, lanciarsi a fare spenti nella notte per vedere se è così facile morire. E magari accendiamo un faro sperando che illumini le buche e il fosso al margine del buio. Ma la libertà ci lascia spesso soli nelle nostre scelte, altrimenti non le riconosceremmo come appartenenti a noi stessi. E nella solitudine il fascio di luce può accecare e far sbandare.

Non vorrei si dimenticasse che alcuni mezzi distruttivi sono preferibili ad altri. Un drogato è considerato peggiore del conoscente che tutte le sere sbavazza da solo un bottiglia di vodka. Il sesso è sempre scivoloso, ma varia a seconda del genere e dell’orientamento. Uomo etero è meglio di uomo transessuale; donna omosessuale è peggiore di gruppo di ragazzi violenti anche se donna omosessuale suscita più curiosità di uomo omosessuale. Perciò alcune persone hanno il privilegio di potersi ficcare nel letto di un qualunque qualsiasi e uscirne indenni o ammirate altre sono giudicate per aver espresso un desiderio inconsueto. Su tutti grava il pensiero normalizzante delle cose giuste e sbagliate da fare e desiderare, sulla giusta misura del sesso che non deve essere mai superata.

Poi ci sono i moventi, le ragioni per cui si preferisce o si cerca la distruzione: per piacere, per dispetto, per disperazione, per noia. Ma anche qui ci sono gerarchie rassicuranti che indicano l’accettabilità o meno dei moventi. Distruggersi per amore è riprovevole ma è peggio distruggersi per noia. La vendetta per ragioni di carriera è orribile ma quella per un tradimento d’amore lo è meno. Una donna perde la sua dignità, sempre. L’uomo al massimo fa esperienza.

A ciascuno è capitato o capiterà di trovarsi in una strada colma di guai e magari di averla anche imboccata volontariamente. Purtroppo ad alcuni è capitato e capiterà di incontrare sulla strada chi ne approfitta per dare sfogo alla propria rabbia, senza paura e senza pietà. E che anzi si ritiene libero perché si libera della pietà e della paura. Queste sono le persone da temere perché stanno dimenticando il loro essere umani.

conta cosa o chi siamo?

Mi chiedo se serva pensare che apparteniamo o torniamo a una realtà ulteriore – storica, naturale, religiosa, politica, ideale – una specie di “catena dell’essere” di cui siamo un anello importante, per quanto piccolo. Perché affidando la propria esistenza a ordine superiore le tessere del gioco dovrebbero andare al loro posto così che noi potremo congedarci sereni? Cosa diamo in cambio di questa esile speranza? Su cosa investiamo per mettere a tacere le domande senza risposta e saldare i conti che non tornano?

Raymond Carver è uno scrittore minimalista che racconta con parole asciutte e descrizioni essenziali un’umanità sofferente. Le sue narrazioni sono precise come i tagli di un diamante, con sfaccettature ardite e superfici lisce che proiettano sull’oscurità le rifrazioni della luce. Potenza linguistica e spietatezza concettuale che si ritrovano nella raccolta di poesie Il nuovo sentiero per la cascata, pubblicata dopo la sua morte per tumore. Il libro è frutto anche della collaborazione della moglie Tess Gallagher.

Poesie scritte al limite della vita senza pretese di redenzione o pentimenti dell’ultima ora. Al contrario, in una poesia afferma che rifarebbe tutto, ma “proprio tutto”, della propria vita, anche gli atti terribili e distruttivi. Messo di fronte alla totalità della propria vita, la ripercorre senza protezioni, scuse o alibi perché rifiutarne o alterarne una parte significa tradirla tutta.

Del resto, pare che Carver non voglia neanche consolarsi o giustificarsi ricorrendo a un ordine ulteriore – naturale, religioso, metafisico o storico – che dia senso agli eventi. Il problema per noi è trovare un pensiero che schiuda possibilità individuali e non certezze metafisiche. Le vicende individuali sono come pulviscolo nel soffio del vento divino, nella tempesta dell’evoluzione naturale, nell’inesorabile divenire della Storia ma allo stesso tempo sono così ostinate da non poter essere inserite in nessuna logica, senza che la frantumino, come la polvere negli ingranaggi.

Nella morte, poi, si cerca la vita, e non dà pace il suo dissolvimento nell’infinito mare dell’essere o nell’accecante, eterna luce divina che tutto uguaglia rendendo tutti funzioni all’interno di piano preordinato. Perché è doppia l’angoscia del morire: da un lato l’essere dimenticati e dall’altro la scomparsa di ciò che abbiamo fatto della nostra esistenza. La prima riguarda le storie che ci legano agli altri.

Colibrì
per Tess

Fai conto che io dica estate,
scriva la parola “colibrì”,
la metta in una busta,
la portì giù per la discesa
fino alla buca. Quando tu aprirai
la lettera, ti riverranno in mente
quei giorni e quanto,
ma proprio tanto, ti amo.

I racconti di qualsiasi vita sono innumerevoli e in continuo aggiornamento. Come un cespuglio spinoso e profumato da cui fioriscono boccioli di specie diverse, ogni gesto ha un proprio racconto, ogni racconto ha episodi e capitoli che si aggiungono ridisegnando la trama. Mentre cerchiamo riconoscimento nei capovolgimenti delle nostre vicissitudini, speriamo di vivere a lungo nell’antologia narrativa di amici, parenti, amanti, colleghi, conoscenti, sapendo che il come siamo raccontati conta di più di ciò per cui siamo raccontati,

Todd HidoPoi c’è ciò che liberamente abbiamo fatto di noi stessi e il modo unico in cui abbiamo elaborato la vita; la posizione presa al sorgere della consapevolezza e da cui abbiamo sentito, vissuto e pensato per il resto della vita. Riflessioni, intime e spesso inconfessate, con le quali ritorniamo su ciò che siamo e ciò che possiamo essere. La metamorfosi per cui liberamente diventiamo ciò che siamo e per la quale la nostra esistenza individuale assume una forma che la “catena dell’essere” non è in grado di conservare. Troppo ordinata e oggettiva per conservare l’imprevedibilità individuale. Per Carver questa elaborazione riguarda la capacità di amare e di essere amato, come riscatto del dolore subito e provocato, della distruzione e della solitudine. La fotografia è di Todd Hido, fonte: https://galeriejoseph.com/en/2022/06/02/todd-hido/ Una serie di fotografie di Hido sono state usate come copertine delle ristampe americane delle opere di Carver.

Ultimo frammento

E ha ottenuto quello che
volevi da questa vita, nonostante tutto?
Sì.
E cos’è che volevi?
Potermi dire amato, sentirmi
amato sulla terra.

E se la “catena dell’essere” rendesse attraente proprio ciò che temiamo della morte: l’individuo, come soggetto attivo che ha vissuto, sbagliato e amato, svanisce nell’indefinito mentre i vivi sono sollevati dalla responsabilità del raccontarsi? Perdiamo la nostra storia individuale, con il suo fardello, ma guadagnamo il ruolo di rotella insignificante nella “catena dell’essere”, appunto. Perché in fondo conta l’amore che abbiamo dato e che abbiamo ricevuto.

abiti, intimità e poesia

Che abiti bizzarri indossano gli uomini!
Il passante che hai salutato sovrappensiero,
Il Presidente che appare compiaciuto sulla rivista,
L’indossatrice, la bellezza al bagno.

La ballerina con la sfera, il palombaro,
Il burocrate, l’adultero,
Celano parti intime che io rivelo
A quelli che sanno cosa sa una poesia.

Delmore Schwartz, America! America!, Ventura edizioni, Senigallia, 2022, pag. 135.

Lo scrittore Delmore Schwartz è stato un riferimento letterario di Lou Reed, che trasferì nel rock la poesia dei conflitti e delle verità intime.

What Curious Dresses All Men Wear

What curious dresses all men wear!
The walker you met in a brown study,
The President smug in rotogravure,
The mannequin, the bathing beauty.

The bubble-dancer, the deep-sea diver,
The bureaucrat, the adulterer,
Hide private parts which I disclose
To those who know what a poem knows.