river flow: nostalgia e cambiamento

Alcuni musicisti ti accompagnano per una sonorità, un timbro della voce, un giro di accordi che arrivano al momento giusto. Da ragazzo ascoltavo il disco Quah di Jorma Kaukonen perché aveva una chiarezza diretta ma non viscerale che mi permise di avere emozioni non meno profonde ma gentili e di speranza.

Kaukonen, che fu chitarrista dei Jefferson Airplane, ha avuto una ricca attività musicale sia come solista sia nel suo gruppo gli Hot Tuna. Recentemente ha pubblicato un disco, The River Flows, una manciata di canzoni con emozioni sfumate, riflessive ed energiche come solo il migliore blues e il miglior country sanno donare. Fra tutte cito la sua versione della canzone The Ballad of Easy Rider, scritta nel 1969 da Roger McGuinn per il film Easy Rider, a partire da un verso di Bob Dylan. Una lunga parte strumentale suonata con tutta la maestria chitarristica di Kaukonen. E poi quella libertà e quella nostalgia del viaggiare: il fiume scorre e nulla torna.

easy rider, nostalgia per ciò che non sono stato

Voglio tornare a quelle moto, a quella speranza che per essere liberi bastasse una moto, una giacca di cuoio, qualche centinaio di dollari in tasca.

E poi quelle strade lunghe, aperte, dritte fatte apposta per correrci alla velocità giusta: né troppo lenti né troppo veloci. Sentire con il corpo e la mente di essere ovunque nello spazio e nel tempo ma allo stesso tempo di respirare qui e ora, immersi nel profumo del sole, della notte e della vita.

E quella bella sensazione degli stivali appoggiati sul pianale della moto che viaggiano sulla strada come se fossero i calzari di Mercurio.

E quella giacca di cuoio che sei come un Dio fra gli uomini e una tentazione per le donne.

Ma sopratutto la libertà di viaggiare, perché quello che conta non è la destinazione ma il viaggio, iniziarlo e proseguirlo. Oggi, domani e anche ieri.

Ma poi li hanno uccisi quei due che viaggiavano liberi, con i loro stivali e tutto il resto; loro che viaggiavano senza offendere nessuno, senza altra bussola che gli stivali e la moto.

Vorrei averle provate queste sensazioni, sulle strade degli Stati Uniti con quelle moto, con quelle giacche e quegli stivali.

Vorrei averla provata quella libertà assoluta come ti accade una volta nella vita quando sei giovane e non sai ancora tutte le necessità che ti porti nella carne fin dalla nascita.

Fra tutte le musiche inserisco The Ballad of Easy Rider perché suggerisce qualcosa di quella libertà che forse consiste nel lasciarsi andare al fluire della vita e della morte: The river flows, it flows to the sea/Wherever that river goes that’s where I want to be. Libertà è essere tutt’uno con l’essere? A margine: questi due versi sono di Dylan.

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sole, settembre e ricordi

E’ possibile descrivere e raccontare la vita vissuta fra i 7 e i 13 anni? Di quegli anni ricordo le vacanze, che passavamo da giugno a settembre, in Valle Gesso, Cuneo. Tornavamo a Torino il giorno prima dell’inizio della scuola in una condizione di completa e irrimediabile impreparazione scolastica.

Era una località fuori mano e questo permetteva ai nostri genitori di lasciarci liberi di scorrazzare per la strada del paese e sulle montagne. Erano mesi felici e forse lo sapevamo. E’ quasi impossibile descrivere cosa sia la felicità a 10 anni o a 11 o a 8. Il sole, la libertà, la bicicletta, una audio cassetta con della musica, gli amici con cui giocare. Mangiavamo del pane all’olio con la Nutella che ci preparavamo da soli. Scalavamo gli alberi e risalivamo il fiume. Durante le gite cercavamo cespugli di lamponi e more e le mangiavamo con metodo e concentrazione. Incuranti di tutto.

Ciò che resterà per sempre in me sono il sole del tardo pomeriggio e gli odori dei boschi. Se a settembre c’era il sole trascorrevamo un mese pressoché estatico fatto di giornate che si accorciavano, limpide e con le foglie che si ingiallivano. L’odore della resina dei pini mescolata alla terra umida e fungosa. Il freddo la sera e il caldo il giorno. Le strade senza auto e il silenzio sovrastante.

Ricordo con struggimento il tardo pomeriggio, il sole caldo e i villeggianti della domenica che andavano via. La montagna e la sua luce erano nostalgià già allora. Non c’era il tempo per pensare, ma neanche il desiderio di farlo. Solo l’impulso vitale a slanciarsi verso il giorno successivo nell’impressione che l’eternità fosse a portata di dita.

Quell’odore mi accompagna da allora. Mi stordisce e mi entusiasma ancora, come se potessi ancora immergermi e amare la terra, il sole e gli alberi. Talvolta camminando per alcuni posti di montagna lo sento, allora mi giro di scatto sperando che l’aria si squarci e mi faccia ancora vivere quella luce e quella nostalgia.

amore, correre e musica

Una canzone di successo nel 1961: Runaway di Del Shannon (video). Come nel rock migliore, la musica è essenziale e diretta. L’argomento è semplice: un ragazzo corre dopo cha la sua ragazza lo ha lasciato.

Correre è così americano e on the road e Del Shannon ha toccato una corda profonda dell’America. Di seguito un breve e incompleto elenco di canzoni americane dedicate alla corsa e al viaggiare.

Un’aggiunta: il film Forrest Gump, i tre anni della sua vita, durante i quali Forrest corre dopo essere stato lasciato da Jenny.

viaggiare in autobus

Oggi a mezzogiorno ho preso l’autobus. Faceva caldo, siamo in estate, c’è un sole violento e accecante. Le persone mi paiono nauseate dal caldo e dall’aria densa.

La suadente voce automatica del bus comunica il nome della fermata successiva. Si sente una musica da cellulare accendersi e spegnersi a caso. A una fermata sale una ragazza grassa dicendo a voce alta “Non è possibile”. Si siede e sbatte in terra un sacchetto di plastica da cui si intravedono delle bretelle marroncine di pantaloni da sci. Qualcuno parla.

La ragazza protesta. E’ vestita di nero e ha i leggins. Parla rabbiosamente e sottovoce. Ha un dialogo interiore sconnesso che forse risale a una scelta o un episodio che l’ha staccata dalla vita. Chissà quando e chissà come. Ogni tanto si alza per inveire contro una donna seduta poco avanti. La donna non risponde. La ragazza sembra arrabbiata per il cellulare della donna.

La voce automatica a caso interviene. Alcuni telefoni squillano.

Quando scende dal bus, la ragazza insulta dal marciapiede la donna sul bus.

bob dylan

Scriverò di Bob Dylan e so che alcuni amici mi prenderanno in giro. Ma tant’è, non riesco a non ascoltare le sue canzoni, e proprio quelle degli anni Sessanta tipo Blowing in the wind, The times they are a’changing, One of us must know, Like a rolling stone.

Non sono le canzoni della mia generazione, perché sono nato quando Dylan le cantò per la prima volta. Non sono state una bandiera della mia frattura generazionale. Per me sono qualcosa di diverso. Uno dei ricordi degli anni della prima adolescenza è Blowing in the wind cantata da me in solitudine, una mattina mentre camminavo in montagna: answers of my friend are blowing in the wind. Non ero più solo ma ero assieme a persone interessanti e misteriose con cui parlavo.

Altre canzoni le sapevo senza sapere come, come con i Beatles. Non so dire quando o come ho sentito Hey Jude o Yesterday. Sono tutte lì, nella mente e nel cuore degli uomini da tempi immemorabili e quando un musicista ascolta e le canta una scheggia dell’eternità ci commuove.

Torno a Dylan. Oggi lo ascoltavo dal cellulare viaggiando in treno e respiravo curiosità e audacia. Provavo uno struggente desiderio di viaggiare on the road, come negli anni Sessanta. Era il desiderio umano e millenario di verità, di scoperta, di amore. Mi sono commosso pensando alla vita che palpitava nella voce già antica di Dylan giovane e che mi ha dato sollievo da ragazzo. Mi sono commosso pensando al mio presente con le persone che amo. Mi sono commosso per il futuro con le persone che amo. Per le avventure che si aspettano.

costituzione, gatti e amore

In quel di Vilnius esiste un quartiere dotato di una propria costituzione. E’ la Costituzione della Res Publica di Uzopio i cui 41 articoli sono scritti in almeno una quindicina di lingue ciascuna su una lastra di metallo lucido: arabo, finlandese, greco e altre ancora.

Alcuni articoli fanno sorridere – 12: Il cane ha diritto di essere un cane. 13: Il gatto non è obbligato ad amare il suo padrone, ma deve essere di aiuto nei momenti di necessità – altri hanno formule più solenni – 17: Tutti hanno il diritto di essere infelici. 18: Tutti hanno il diritto di stare in silenzio.

Poi ci sono quelli conclusivi, che a rileggerli mi commuovo, chissà perché.

38: Tutti hanno il diritto di non avere paura

39: Non deludere

40: Non combattere

41: Non cedere

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Vilnius 07

Ci sono oggetti che esistono solo nei fumetti e in certi mondi immaginati. Quante trottole con spago e bastone ho visto nella mia vita? Nessuna.

Poi vado a Vilnius e mi portano a visitare l’antica capitale della Lituania, Trakai, e trovo in un negozio per turisti due cose che pensavo esistessero solo nel Corriere dei piccoli, ma quello di inizio Novecento, e ho provato un’improvvisa nostalgia, per qualcosa che non ho mai conosciuto.

La testa di cavallo sul bastone

Giocattolo: cavallino

Le spade di legno

Giocattolo: spade in legno