deportazione degli Ebrei a Roma

Non credo che sia banale o scontato ricordare gli eventi accaduti nell’ottobre del 1943 a Roma. Perché 69 anni sono molti ma non così tanti. Anche perché quando le società passano periodi di crisi un po’ troppo lunghi arrivano Pogrom o Ebrei gettati nei pozzi o vetrine di negozi di Ebrei rotte o pestaggi di Ebrei.

Sabato 16 ottobre 1943 alle 5.30 le SS rastrellano il Ghetto di Roma. Come riportato da Bibliostoria le SS “(…) rastrellano 1024 persone, tra cui oltre 200 bambini. Due giorni dopo, alle 14.05 del 18 ottobre, diciotto vagoni piombati partiranno dalla stazione Tiburtina. Dopo sei giorni arriveranno al campo di concentramento di Auschwitz in territorio polacco. Solo quindici uomini e una donna (Settimia Spizzichino) ritorneranno a casa dalla Polonia. Nessuno dei duecento bambini è mai tornato”.

Raccolta di testimonianze e documenti.

quando i bambini non andavano a scuola

Oggi faccio riferimento a un blog di storia che raccoglie immagini e link relativi ai bambini che non andavano a scuola, negli USA e in Italia. Molte le fonti statunitensi – Library of Congress e associazioni private e benefiche – poche quelle italiane.

Emoziona vedere immagini di bambini di 9, 10, 7 anni nei posti di lavoro per adulti. Alcuni sono in posizioni pensose, altri fissano stupiti verso la macchina fotografica. Alcune didascalie specificano l’ora di inizio del lavoro: le 6 del mattino. Documenti sulla durezza della vita in Occidente fino a non molti decenni fa.

In Italia si risale di circa 60 anni. Io ricordo che alcuni miei compagni delle medie non studiavano il pomeriggio perché lavoravano. Preferisco non soffermarmi su come venivano trattati fra le mura dell’aula. Un solo ricordo che dà l’idea: i bambini sedevano in tre colonne di banchi, considerandoli dalla cattadra: a sinistra la prole dei poveri, a destra i ragazzatti della piccola e media borghesia, al centro i rampolli dell’alta borghesia. E guai a cambiare di posto.

Comunque mi interessa altro. Il sito mi pare un ottimo esempio di uso delle fonti su internet che senza ricorrere a Wikipedia mostra fonti alternative. Attendibili.

Mi pare che questa operazione culturale sia ancora più importante perché estende la memoria digitale del mondo oltre gli anni Duemila, quando si è cominciato a mettere su internet “tutto”. La storia esiste da prima di Internet e inizia a essere disponibile per molti da poco.

Comunque oggi in molti luoghi della terra si parla di schiavitù infantile.