Categoria: natura
smarrirsi nei sentieri in montagna
L’unico sentiero visibile si trovava
dall’altra parte, proprio davanti a noi,
e saliva un monte scosceso. Lo prendemmo
dopo qualche esitazione e una breve sosta,
salendo con impazienza, ma poi anche
non poco sorpresi e ansiosi,
vedendo che non ritrovammo
i compagni davanti.
W. Wordsworth, Il preludio, libro sesto vv. 505-511
il cielo stellato sopra di me: passenger
È che quando si parla di meraviglia è facile cadere nei buoni sentimenti e facili meditazioni per animi sensibili. E invece non è così. La meraviglia è cosa difficile da sopportare e impone riflessioni ardue.
Già nel termine greco, thaumazein, meraviglia e sgomento sono intrecciati: paura, contemplazione, stupore sono mescolati. L’immensità illimitata del cielo stellato sulle nostre fragili e preziose vite ci atterrisce e inebria allo stesso tempo. Il groviglio di emozioni è difficile da sciogliere: paura, esaltazione, desiderio di morte, eros. Insomma il cuore, il corpo e il cervello hanno il ritmo serrato della canzone di Iggy Pop Passenger, il canto dell’uomo che passando sotto il cielo stellato lo vede vuoto e potente allo stesso tempo. L’uomo, sempre di passaggio nella città degli uomini, vede la bellezza del cielo e di chi gli sta a fianco, e il cuore batte come quella chitarra e quella batteria: senza posa, senza ristoro. Ma mentre gli altri dormono sicuri nelle loro case, chi ha il coraggio di tremare debole mortale e innamorato della bellezza, scopre paura e desiderio. Terrore e meraviglia. (Prima della canzone, l’immagine è tratta dal sito della NASA ed è una collisione galattica nel Cluster Abell 1185, da notare l’agglomerato luminoso a forma di chitarra)
I am a passenger
And I ride and I ride
I ride through the city’s backside
I see the stars come out of the sky
Yeah, they’re bright in a hollow sky
You know it looks so good tonight
montagna e Internet of Things
Non è proprio la stessa cosa che essere lì, ma una telecamera che punta a Ortisei, mi fa piacere, quasi sento l’aria fresca.
Vedere le ultime 24 ore di Ortisei: St.Ulrich
Vilnius 02
Per ora ho visto poco la città. Siamo in una ottantina di persone e tutte straniere. Si parla in inglese.
Leggo su Wikipedia che la lingua lituana appartiene al ramo orientale delle lingue baltiche all’interno della famiglia delle lingue europee.
Leggo che Uomo si dice Vyras; Donna Moteris; Luna ménulis.
Aggiungo una foto ritoccata, solo nel colore.
arcobaleno
back in town
spiaggia e rock
Il mare e la spiaggia sono buoni posti per capire il rock. Diving, la sabbia e le rocce come stage, star e groupies, sudore e desiderio, pettegolezzi sublimi e verità ridicole.
Come ai concerti, c’è anche il servizio d’ordine – il bagnino.
Cosí capisco meglio i Beach Boys ma anche i Doors nella scena del film di Oliver Stone in cui Light My Fire viene creata a metà fra un garage e la spiaggia.
Poi Beatles e Jimi Hendrix che cantano di giardini sottomarini raggiungibili chissà come. Anche Iggy Pop, il metropolitano per eccellenza, cita Ocean Drive in Lust for Life.
I’d like to be under the sea in an octopuses garden with you,
In 1983 (A merman I should turn to be)