Boezio: filosofia, logica, matematica e musica

Il web continua a stupirmi. Ho scoperto che c’è una certa quantità di articoli su Anicio Manlio Severino Boezio (latino: Anicius Manlius Severinus Boethius; Roma, 475/477 – Pavia, 524/526), figura chiave della filosofia occidentale ma che non può essere fonte di sagge frasi da postare su Facebook. Per esempio, l’apertura della Consolazione della filosofia è una poesia che non concede nulla alla speranza: è il lamento di un uomo vecchio, con la carne flaccida.

Io che un tempo con giovanile entusiasmo
composi canzoni, sono ora costretto, ahimé,
a intonar in pianto meste nenie.
(…)
Improvvisa, infatti, incalzata dai mali, è giunta
la vecchiezza, e la sofferenza ha voluto
che iniziasse la sua stagione.
Anzi tempo si spande sul mio capo la canizie
e tremola sul corpo esausto a flaccida pelle.

Il testo prosegue con la comparsa di una figura femminile, alta, veneranda e terribile: la Filosofia che rampogna Boezio severamente perché si compiange senza alcuna dignità.

Raccolgo una serie di articoli e link che ho scoperto con una ricerca poco sistematica ma guidata dalla serendipidy.

Il nostro non è solo l’autore de La consolazione della filosofia. , testo fondamentale per capire la filosofia e la cultura medioevale, vedere per esempio la presenza della Consolazione nell’opera di Dante (Digital Publishing di Ca’ Foscari, Venezia, collana “Filologie medioevali e moderne”, “Boezio in Dante. La Consolatio philosophiae nello scrittoio del poeta”). Infatti Severino Boezio scrisse testi di logica da cui derivano gran parte dei termini e dei concetti della logica medioevale. Inoltre scrisse un importante libro sulla musica, come riportato nell’articolo “Boezio e il De Institutione Musica. Tratti sul pensiero del “nume tutelare” della musica nel Medioevo”. Da leggere perché tratta

Altre fonti

eBook di filosofia della Biblioteca di filosofia dell’Università di Milano: I. Caiazzo, Un commento altomedievale al De arithmetica di Boezio.

Boezio, La consolazione della filosofia, BUR, Milano, 1976.

Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Severino_Boezio

La politica è attività simbolica 

L’amministrazione ha il compito di risolvere i problemi. La politica quello di riunire gli uomini nell’idea emozionante che i problemi possano essere colti in un orizzonte anche simbolico. Perciò abbiamo bisogno di buoni politici.

Per associare gli uomini e le donne ci si può contrapporre ad altri, dei “loro” che possono diventare anche il “nemico” da cui differenziarsi, da isolare o da distruggere. La linea tracciata fra “noi” e “loro” non è concreta ma simbolica, emotiva spesso pseudo razionale. Come in tutte le linee di confine, le proiezioni e i fantasmi degli abitanti ai due lati della demarcazione spesso la fanno da padrone. Insistere troppo sulla differenza rispetto all’altro significa alimentare stereotipi con l’annessa paura di essere contaminati dal nemico.

Il leader può anche farsi carico degli errori e delle speranze della propria parte, indipendentemente dall’altro. Trovare le ragioni del “noi” nelle speranze e nei limiti comuni.

Un buon politico usa la simbologia e la retorica per trovare un equilibrio fra questi due aspetti in tensioni.

Genesis: teatro, musica e Peter Gabriel

genesis_01Ho letto La filosofia dei Genesis in un pomeriggio perché è un libro agevole e interessante. Descrive l’evoluzione teatrale dei Genesis dai primi passi alla fine degli anni Sessanta fino a The Lamb lies down on Broadway. Il libro è organizzato cronologicamente a partire dalle sperimentazioni visive e musicali nella Swinging London degli anni Sessanta quando ricerca, provocazione, psichedelia e creatività si sono unite per irraggiare idee, immagini e suoni nei decenni successivi. L’atto finale è The lamb lies down on Broadway apice teatrale, musicale e conclusione della prima parte della vita dei Genesis. Ricco di informazioni e paragoni fra autori, rockstar note e meno note. Stimolante il confronto fra Iggy Pop e Peter Gabriel sul tema dello stage diving, che rivela somiglianze sotteranee fra un rampollo della borghesia inglese e un raw rocker americano. Fra l’altro mette la basi per comprendere la differenza fra lo stile spettacolare dei Pink Floyd e quello dei Genesis, dove i primi hanno prodotto concept album e spettacoli visivi, multimediali mentre i secondi hanno piegato verso una teatralizzazione sempre più raffinata al cui centro vi era Peter Gabriel.

Non ci sono analisi delle musiche e i riferimenti ai testi sono occasionali. Il suo punto di forza è la descrizione storica, quasi filologica, della comparsa nonché delle variazioni dei personaggi inventati da Gabriel per drammatizzare teatralmente le musiche dei Genesis. Ha il pregio di cercare di ricostruire spettacoli e visoni di cui non resta alcuna memoria poiché i Genesis mai organizzarono riprese filmiche dei loro spettacoli.

Il riferimento alla filosofia non mi pare essenziale se non in senso lato come contributo rigoroso allo studio della musica progressive e in generale al musica rock.

Essere pagati per governare 

Niente da fare, da qualunque parte si guardi la questione è un atto antidemocratico e distruttivo.

Trump che si priva dello stipendio di presidente e vuole ricevere 1 euro sta facendo un atto grave per il suo significato. Essere pagato significa mettersi al servizio di chi ci paga, nel suo caso lo Stato Americano. Significa riconoscere che c’è un’autorità a cui deve fare riferimento.

Poi implicitamente insulta tutti coloro che per guadagnare devono lavorare e mettersi al servizio di qualcuno o qualcosa. Non è un atto di rispetto o di umiltà ma di arroganza fatto per esercitare il potere personale all’interno delle istituzioni e avere l’ammirazione di chi non riesce a mettere assieme il pranzo con la cena.

Daniel Dennett su critical thinking

Il filosofo Daniel Dennett formula 7 consigli per esercitare il critical thinking. Riporto i titoli con una sintetica traduzione della spiegazione di Dennett.

Usare i propri errori

Onestà intellettuale, autoesame e procedimento per tentativi ed errori. Quando si sbaglia, occorre esaminare il proprio ragionamento a denti stretti, ovverro impietosamente.

Rispettare il proprio avversario

Detto anche “buona fede” o “essere caritatevole”. E’ un richiamo retorico più che logico, ovvero ha lo scopo di coinvolgere le persone. Aggiungo io: nessun argomento ad hominem.

La trombetta del “sicuramente”

La parola “sicuramente” è un segnale d’allarme retorico che avvisa che il parlante sta dicendo una verità accettata, apparentemente plausibile ma esaminata poco e male, sperando che chi legge o ascolta la accetti senza sollevare problemi.

Rispondere alle domande retoriche

Una domanda retorica può essere un sostituto del pensiero e si regge sull’assunto che sarebbe troppo imbarazzante rispondere. Ma è una buona occasione per esaminare i propri preuspposti.

Ricorrere al Rasoio di Occam

Il filosofo medioevale Guglielmo da Occam ha prestato il suo nome a questo principio di economia nel ragionamento. La formulazione più nota è “non moltiplicare gli enti oltre necessità” quando cercano spiegazioni. Ma non è sua, per quanto efficace. In italiano, in inglese.

Non sprecare tempo con la spazzatura

Il 90% delle argomentazione sono sciocchezze (crap).

Fare attenzione alla ‘profondità’

Il termine inglese usato da Dennett è “deepity,” a sua volto ripreso dallo studioso di computer Joseph Weizenbaum. Una deepity è “una proposizione che sembra sia importante sia vera – e profonda – ma che deve questo effetto alla sua ambiguità.” La devozione alla chiarezza di Dennett a questo punto divide i suoi lettori in due: gli uni che ammirano la sua chiarezza come espressione di etica analitica; gli altri che sostengono che è ingiusto verso metafisici, mistici, teologi, poeti e filosofi postmoderni.

perché mi piace insegnare filosofia?

Quest’anno dovrò insegnare sociologia, psicologia, antropologia culturale e pedagogia riducendo la filosofia. Mi spiace ma colgo l’occasione per cercare di rispondere a una domanda banale che non ho mai affrontato davvero.

Perché insegno filosofia? Alcune circostanze storiche e casuali mi hanno portato a questo lavoro, ma poi ho scelto e scelgo di insegnare questa materia difficile a ragazze e ragazzi recalcitranti. Nella mia vita ho fatto diversi lavori che poi ho smesso, mentre quando si è trattato di insegnare filosofia mi sono fermato. Perché?

La prima risposta è che mi piace il linguaggio e parte della filosofia gioca e sguazza nel linguaggio, con l’etimologia, con i termini e le definizioni. Alle volte inventa etimologie.

La seconda è che molte delle mie letture filosofiche mi hanno emozionato e trasmesso delle conoscenze significative e spesso illuminanti. Nulla di facile o veloce ma anni di letture, di studio e di fatica. Per esempio, Kant. Al liceo avevo cercato di studiare Kant, dico cercato perché a 17/18 anni non puoi capire la Critica della ragio pura, la Critica della ragion pratica e men che meno la Critica del giudizio. L’unica cosa che mi ha fatto pensare del Kant del liceo è stata la sua capacità quasi ascetica di oggettivare i propri processi percettivi e mentali nella solitudine della propria stanza, tramite la scrittura. E allo stesso tempo di essere così profondamente in comunicazione con gli altri esseri umani. All’università sono passato attraverso la fatica della Pura per gli esami e poi mi è accaduta una illuminazione sulla deduzione trascendentale. Non so quanti anni dopo aver sentito per la prima volta il nome, ho compreso una cosa che ha scritto. E ne sono uscito trasformato.

La terza è che attraverso la filosofia sono coinvolto in uno scambio mentale con gli altri intimo e intenso. I concetti e i ragionamenti dei brani e dei manuali mi permettono di condividere un regno, un tessuto mentale di idee, concetti e significati che ci tiene assieme nelle differenze. Ma anche qualcosa di ulteriore: attraverso i ragionamenti e le parole “vedo” le persone con cui parlo, ne vedo la mind, per dirla in inglese.

Infine, gli studenti. Mi stupiscono positivamente. Ricordo frasi e concetti di molti. Per rompere il ghiaccio e iniziare a conoscere la classe che non conosco, all’inizio dell’anno chiedo cosa sia per loro la filosofia. E specifico che non voglio che mi ripetano quello che hanno studiato ma che cosa hanno elaborato personalmente di ciò che hanno, o non hanno, studiato. Una ragazza, diversi anni fa, mi lasciò senza parole quando rispose: “Per me la filosofia è un modo per entrare in relazione con la realtà”.

le affinità elettive

Rileggendo Le Affinità elettive, ho iniziato a consultare anche la così detta “letteratura critica”. Il primo testo a portata di mano è stato Walter Benjamin in Angelus Novus, (Einaudi) che contiene un capitolo “Le affinità elettive”. Avevo iniziato questo libro diversi anni fa, ma senza completarlo. Ora riesco ad apprezzarlo, per quanto la scrittura non sia fluida.

Poi in un libro dedicato a un argomento apparentemente molto distante – R. Girard, Violenza e religione, (Cortina) – ho trovato una sintesi su alcune posizioni della critica:

Le Affnità elettive sono state interpretate da alcuni grandi autori tedeschi in modo molto diverso. Thomas Mann disse che si trattava dell'”opera più cristiana di Goethe”, per la presenza di Ottilia, la giovane donna che si sacrifica lasciandosi morire di fame. Per l’ebreo Walter Benjamin, invece, si trattava di un romanzo pagano. Definì la sua morte un “sacrificio mitico”.

Ho scoperto che Gadamer ne ha parlato diffusamente in un testo, il cui titolo aggiungerò prossimamente.

blending e opinione pubblica – 2

A volte ritornano e io ritorno con una breve descrizione del corso su Kant e opinione pubblica che ho allesitito per una quinta superiore, anche perché alcuni lettori mi hanno chiesto di essere aggiornati.

Ho aggiunto alcuni documenti, in particolare dei filmati preparati da me sull’opinione pubblica e su alcuni concetti base: opinione pubblica come giudizio espresso dalla società civile la quale non è né la vita privata né la vita istituzionale. Con un caso di serendipity ho trovato un intervento del Presidente dell’ISTAT, Enrico Giovannini: Numeri e democrazia, che è molto interessante e pertinente.

Inoltre mi sono ricordato di una scena di un film molto bello: Forrest Gump. La scena in cui Jenny, la compagna di scuola di Forrest, incita Forrest a correre per non essere picchiato da dei bulli e correndo Forrest rompe i tutori alle gambe. L’ho aggiunta a quelle serie perché secondo me rappresenta molto bene cosa significhi liberarsi da quelle catene che sono i tutori che impediscono i movimenti e ingoffiscono il corpo e la mente. La corsa con cui Forrest si affranca mi ha fatto pensare a quanto liberarsi dalle tutele inadeguate e inopportune liberi dal risentimento, dall’autocompiacimento e dalla violenza.

Ho messo tutto nella pagina del corso e ho avvisato la classe con una mail. Ora aspetto qualche reazione. Nel frattempo ho sbirciato nei log e ho scoperto che alcuni studenti sono entrati nel corso, hanno deambulato fra le risorse messe a disposizione e visto qualche filmato. Nessuno ha scritto nulla.

Resto in attesa.

blending e opinione pubblica

Fra poco inizierò a trattare in e-learning un breve testo di Kant “Risposta alla domanda: che cos’è l’illuminismo?” È un testo fondamentale per la nascita dell’opinione pubblica. Poi i libri di storia e italiano spesso ne citano la frase iniziale perché efficace ed elevata. Lo riporto:

L’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità di cui egli stesso è colpevole. Minorità è l’incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro. Colpevole è questa minorità, se la sua causa non dipende da un difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi di essa senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! Questo dunque è il motto dell’illuminismo.

Le successive analisi di Kant, però, sono regolarmente tralasciate e la loro semplice grandezza viene accartocciata in una formuletta memorizzata per l’interrogazione. La domanda cruciale – come si fa a uscire dalla condizione di minorità? – non è neanche sfiorata. In fondo è molto più rassicurante fare riferimento a un generico appello all’autonomia della ragione che leggere di tutori che nella loro interessata benevolenza spaventano e castrano coloro che hanno sotto tutela così da poterne avere il denaro. E nel breve elenco dei tutori interessati al denaro dei propri tutelati troviamo i dottori, i preti e anche i maestri. Ci credo che i professori lo tralascino.

Ho intenzione di trattarlo principalmente su internet perché è il luogo in cui si formano le idee, si condividono e si distribuiscono le conoscenze che danno forma e forza al dibattito pubblico.

Ne ho parlato in classe prima delle vacanze natalizie e per questo la definisco blended. Il primo obiettivo del corso è accertare se la distinzione fra uso pubblico e uso privato della ragione sia valida ed entro quali limiti. Perciò metto a disposizione dei ragazzi sia dei link a parti del corso online Federica Web Learning sulla Comunicazione Politica organizzato dalla Prof.ssa Rosanna De Rosa, docente di Comunicazione Politica presso la Facoltà di Sociologia dell’Università Federico II, sia dei miei filmati con in quali illustro alcuni concetti base. A breve aggiungerò qualcosa di Levy e sul Web 2.0. I ragazzi dovrebbero produrre un documento – testo, presentazione, filmato, audio – nel quale espongono le loro tesi.

In una prima ipotesi, avevo voluto approdare a Mill e alla sua opera On Liberty e fare riferimento agli open data. Ma sarebbe stato troppo.

argomenti e classi nuove

Quest’anno sono in una nuova scuola, il Porro di Pinerolo. Insegno filosofia nelle sei classi del liceo tecnologico. Userò la piattaforma Moodle per trattare alcuni argomenti con le classi. Ma prima di studiare filosofia con le classi devo conoscerle. E credo che la piattaforma mi venga in aiuto.

Per conoscere alcune classi, per ora solo le quinte, ho allestito una sezione “presentarsi” molto semplice: un forum in cui i ragazzi possono postare una immagine, una brano, un link a un filmato di Youtube o un oggetto qualsiasi purché sia significativo per la persona. Il post può essere completato da un breve testo che spieghi il significato che la persona attribuisce alla cosa postata.

Una volta completata questa prima parte, che mi auguro richieda al massimo tre/quattro giorni, chiederò di effettuare un test finalizzato a capire il modo in cui le persone si accostano allo studio. Il test (ATTLS) è incluso nel pacchetto di Moodle e consiste di venti domande che riguardano principalmente il comportamento nelle discussioni.

A presto con le evoluzioni.