la realtà e i sognatori

Dialogo fra studenti di una scuola superiore nell’Italia settentrionale; ore 13.50, circa, i attesa della fine delle lezioni.

Studente, rivolto a una sua compagna: “Sembri Yoko Ono!”

Studentessa: “Chi è Yoko Ono?”

Professore: “Come fa a non sapere chi è Yoko Ono? Conosce John Lennon?”

Studentessa: “Certo, Professore, che conosco John Lennon.”

Professore: “Yoko Ono fu prima la compagna poi la moglie di Lennon. Lennon era nei Beatles e poi fu assassinato.”

Studentessa: “John Lennon è morto? Quando?”

prime lezioni

Oggi prime lezioni vere e proprie: Kant. È un inizio in salita ma Kant mi piace. È la ragione per cui ho studiato filosofia.
A dispetto di tutte le buone intenzioni ho fatto una lezione frontale molto classica e teatrale. Mi diverto a creare colpi di scena con concetti e idee.
In una classe ho raccolto le mail per creare dei corsi su schoology. Ma scopro che non posso cambiare il nome della scuola di servizio. Bella cosa!
Mi arrangerò e cercherò il servizio assistenza. Nel frattempo vado avanti, anche perché ho un tablet con Android e posso usarlo con l’applicazione apposita.
Anche questo mi piace.

dubbi sul primo incontro

Ogni anno è la stessa cosa. Ci penso, mi preparo, configuro le possibili strategie ma poi resto con gli stessi dilemmi.
Come comportarmi con le classi, al primo incontro?
Come in tutte le relazioni fra gli esseri umani, il primo impatto è determinante. All’università il professore di semiologia, quando presente, teneva lezioni molto interessanti sulla “struttura d’esordio” dei racconti e dei romanzi.
Anche i venditori sanno perfettamente che essere i primi a proporre l’offerta può essere molto rischioso.
Per ragioni istituzionali tocca al professore fare la prima mossa. Meglio push e determinato o più morbido e possibilista? Meglio insistere sui voti o sul clima della classe?
Ogni anno ho l’impressione di sbagliare.

registri e cassetti

Incontro con alcuni colleghi nuovi: alcuni cordiali e altri oppositivi; ritirati registri. Ha inizio la caccia al cassetto: alcuni chiusi da ere geologiche, altri dominio di mitici professori intoccabili. Capire chi è chi è richiederà del tempo.

Sono in due scuole e una ha anche una succursale: dall’altra parte della strada su cui si affaccia la sede. Forse io non la chiamerei succursale, ma la mia opinione non ha nessun peso al riguardo.

Il momento della conquista, o dell’assegnazione, del cassetto è un cruciale, forse tanto importante quanto la presa in servizio. Custodire il registro nel cassetto perfeziona il contratto fra individuo, d’ora in avanti “Docente”, e Ministero dell’Istruzione. Ora è tutto ufficialmente in ordine, a norma e in un luogo riconoscibile dell’universo. In quella manciata di centimetri cubici viene salvaguardato il lato ufficiale e istituzionale del rapporto fra studenti e docente. La vita resterà fra i muri delle aule e sarà ricordata poi dagli studenti, quando saranno adulti e i registri saranno stati impacchettati e dimenticati in qualche scantinato.

inizio delle lezioni

Inizierò mercoledì perché il primo giorno di scuola, martedi, è dedicato alle prime. Come spesso accade sono un po’ teso: non so come sono le persone; quale strategia adottare? Che tanta qualsiasi strategia adotti entro i primi 100 giorni si rivela del tutto vana e inutile.

Ho diverse proposte per colleghi e studenti, vediamo cosa riuscirò a realizzare.

quante persone?

Sto facendo dei calcoli: quante persone fra studenti, colleghi e genitori hanno costituito il mio contesto sociale durante gli ultimi 15 anni di lavoro? Ecco un calcolo approssimativo:

  • Studenti: 2.700
  • Colleghi: 1.000
  • Genitori: 5.400
  • Totale: 9.100

Quest’anno saranno circa:

  • Studenti: 250
  • Colleghi: 72
  • Genitori: 450
  • Totale: 772

Social media per elearning

Da un articolo del Learning Solution Magazine: i fondamentali dei social media per l’e-learning. Secondo l’autrice, Pam Boiros, tre sono le gambe su cui far stare in piedi l’uso dei social media nell’elearning:

  1. una piattaforma tecnologicamente evoluta;
  2. una comunità viva;
  3. contenuti di qualità.

Ma poi aggiunge altri usi interessanti dei social media:

  1. evitare il sovraccarico informativo: una comunità attiva permette di selezionare le informazioni ridondanti, infondate etc;
  2. creare una comunità di esperti, e aggiungerei tendenzialmente paritetica;
  3. intercettare la conoscenza tacita, implicita.

Ne indica anche altri, ma questi tre punti mi paiono interessanti per capire cosa può accadere quando si uniscono social media e apprendimento: il ruolo di chi insegna si ridimensiona perché la comunità è in grado di trattare i sovraccarichi informativi autonomamente e senza la guida dall’alto di un docente; l’equiparazione dei membri della comunità coinvolti in una dinamica di miglioramento delle proprie competenze/conoscenze per proteggere/costruire la propria reputazione di fronte ai pari; infine l’emergere delle conoscenza tacita.

Nella mia, piccola, esperienza, il passaggio più difficile, è proprio la formazione di una comunità online. Da un lato il contesto scolastico non aiuta: mutare il ruolo del professore che spiega e dà voti non è facile; dall’altra allacciare relazioni richiede tempo e motivazioni. Quale motivazione può portare degli studenti a diventare una comunità online?

blending e opinione pubblica – 2

A volte ritornano e io ritorno con una breve descrizione del corso su Kant e opinione pubblica che ho allesitito per una quinta superiore, anche perché alcuni lettori mi hanno chiesto di essere aggiornati.

Ho aggiunto alcuni documenti, in particolare dei filmati preparati da me sull’opinione pubblica e su alcuni concetti base: opinione pubblica come giudizio espresso dalla società civile la quale non è né la vita privata né la vita istituzionale. Con un caso di serendipity ho trovato un intervento del Presidente dell’ISTAT, Enrico Giovannini: Numeri e democrazia, che è molto interessante e pertinente.

Inoltre mi sono ricordato di una scena di un film molto bello: Forrest Gump. La scena in cui Jenny, la compagna di scuola di Forrest, incita Forrest a correre per non essere picchiato da dei bulli e correndo Forrest rompe i tutori alle gambe. L’ho aggiunta a quelle serie perché secondo me rappresenta molto bene cosa significhi liberarsi da quelle catene che sono i tutori che impediscono i movimenti e ingoffiscono il corpo e la mente. La corsa con cui Forrest si affranca mi ha fatto pensare a quanto liberarsi dalle tutele inadeguate e inopportune liberi dal risentimento, dall’autocompiacimento e dalla violenza.

Ho messo tutto nella pagina del corso e ho avvisato la classe con una mail. Ora aspetto qualche reazione. Nel frattempo ho sbirciato nei log e ho scoperto che alcuni studenti sono entrati nel corso, hanno deambulato fra le risorse messe a disposizione e visto qualche filmato. Nessuno ha scritto nulla.

Resto in attesa.

blending e opinione pubblica

Fra poco inizierò a trattare in e-learning un breve testo di Kant “Risposta alla domanda: che cos’è l’illuminismo?” È un testo fondamentale per la nascita dell’opinione pubblica. Poi i libri di storia e italiano spesso ne citano la frase iniziale perché efficace ed elevata. Lo riporto:

L’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità di cui egli stesso è colpevole. Minorità è l’incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro. Colpevole è questa minorità, se la sua causa non dipende da un difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi di essa senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! Questo dunque è il motto dell’illuminismo.

Le successive analisi di Kant, però, sono regolarmente tralasciate e la loro semplice grandezza viene accartocciata in una formuletta memorizzata per l’interrogazione. La domanda cruciale – come si fa a uscire dalla condizione di minorità? – non è neanche sfiorata. In fondo è molto più rassicurante fare riferimento a un generico appello all’autonomia della ragione che leggere di tutori che nella loro interessata benevolenza spaventano e castrano coloro che hanno sotto tutela così da poterne avere il denaro. E nel breve elenco dei tutori interessati al denaro dei propri tutelati troviamo i dottori, i preti e anche i maestri. Ci credo che i professori lo tralascino.

Ho intenzione di trattarlo principalmente su internet perché è il luogo in cui si formano le idee, si condividono e si distribuiscono le conoscenze che danno forma e forza al dibattito pubblico.

Ne ho parlato in classe prima delle vacanze natalizie e per questo la definisco blended. Il primo obiettivo del corso è accertare se la distinzione fra uso pubblico e uso privato della ragione sia valida ed entro quali limiti. Perciò metto a disposizione dei ragazzi sia dei link a parti del corso online Federica Web Learning sulla Comunicazione Politica organizzato dalla Prof.ssa Rosanna De Rosa, docente di Comunicazione Politica presso la Facoltà di Sociologia dell’Università Federico II, sia dei miei filmati con in quali illustro alcuni concetti base. A breve aggiungerò qualcosa di Levy e sul Web 2.0. I ragazzi dovrebbero produrre un documento – testo, presentazione, filmato, audio – nel quale espongono le loro tesi.

In una prima ipotesi, avevo voluto approdare a Mill e alla sua opera On Liberty e fare riferimento agli open data. Ma sarebbe stato troppo.