peer review

Sto frequentando il corso dedicato alla storia di Internet disponibile gratuitamente su Coursera. Sto imparando diverse cose sulla storia di internet e per la prima volta vengo in contatto con il MOOC, ovvero Massive Open Online Course.

Organizzare corsi per migliaia o decina di migliaia di persone è molto diverso che allestire qualche forum per 50 studenti che parlano la stessa lingua. Il politically correct in un MOOC non è un vezzo per maniaci dei diritti ma una necessità per comunicare e in qualche misura anche una virtù. Rivolgersi in inglese a una moltitudine è impegnativo e divertente allo stesso tempo.

Un aspetto interessante è la valutazione. Questo tipo di corsi non danno certificazioni, al massimo un attestato con il risultato dei test che sono stati sostenuti. I test sono di due tipi: dei quiz a scelta multipla con cadenza settimanale sugli argomenti presentati dal docente nei filmati messi a disposizione più un test conclusivo; 2 testi scritti, il primo consegnato dopo due settimane e il secondo per la fine del corso.

Finché si tratta dei test a risposta multipla, la correzione e il calcolo dei risultati sono automatici. Gli scritti sono valutati con il metodo della peer review: fra la data di consegna e la pubblicazione della valutazione del testo ogni studente deve leggere, valutare i testi di almeno 5 altri studenti, in base a una serie di criteri pubblici il testo e concludere la valutazione con un breve commento. Nella valutazione non si deve considerare la grammatica poiché il corso deve valutare solo contenuti. La finalità generale della correzione e della valutazione è l’apprendimento. Se uno studente non completa questa correzione, non può conoscere la propria valutazione.

Devo confessare che è utile per apprendere e apprendere i propri errori. Leggere, valutare in base a criteri pubblici dati e dover rendere conto delle ragioni per cui si è data una certa valutazione, mantenendo un atteggiamento positivo rispettoso dei processi d’apprendimento di uno sconosciuto. Preso da entusiasmo ne ho corretti 15, dei quali solo 3 o 4 erano buoni o  ottimi, gli altri non rispettavano le indicazioni, erano inadeguati o del tutto fuori argomento.

Perché funziona?

  1. L’anonimato. Nessuno studente conosce il nome di chi lo ha corretto e reciprocamente non si conoscono i nomi dei testi corretti. Questo mi ha imposto disciplina e rispetto, anche quando ero disorientatato da testi qi qualche riga fuori argomento: ignorare l’identità, la cultura, l’età, la lingua dell’autore del testo mi ha imposto gentilezza e attenzione. Le parole non dovevano offendere pur esprimendo la mia opinione in proposito.
  2. I forum di discussione. Ogni fase della peer review è stata accompagnata da discussioni sui forum nei quali si è discusso e analizzato ogni aspetto della lettura e della valutazione.
  3. La pubblicità dei criteri. La peer review era guidata poiché i criteri di valutazione erano definiti dalle consegne: lunghezza del testo, argomento e periodo da trattare, pertinenza.

Questi tre elementi possono essere trasferiti per valutare il mio lavoro di docente?

storia di internet e coursera

Dall’inizio di agosto frequento un corso online, gratuito, organizzato da www.coursera.org sul tema Internet, History and Security, tenuto dal Prof. Severance dell’Università del Michigan. L’esperienza è interessante da diversi punti di vista.

Un dato mi ha emozionato, i partecipanti: 40.000 iscritti; partecipanti alla prima settimana 10.000; prima prova consegnata 5.800 circa. Gli iscritti sono di tutte le nazioni, età, culture e religioni: Ghana, Malesia, Iran, Brasile, Italia, USA. Le ragioni per cui partecipano sono le più diverse: un ragazzo malese di 18 anni è stato in prigione e vuole dimostrare che può riscattarsi, gli anziani vogliono tenere la mente sveglia e allenata, molti vogliono “capire come funziona intenet”.

E’ la prima volta che sperimento direttamente la capacità di internet di condividere conoscenza, esperienze al di là di culture, idee, nazioni, regimi politici. Neanche Facebook mi ha mai fatto sperimentare ciò perché ognuno costruisce, anche inconsapevolmente, una rete di amicizie a propria immagine e somiglianza: pur avendo, poniamo, 1000 amici, posta regolarmente con 20, che sceglie.

Il Prof. Severance mette a disposizione materiale, interessante, affidabile e originale. Le lezioni consistono di filmati in cui discute gli eventi documentando sempre con rigore ogni affermazione significativa ed esplicitando la sua posizione, che invita a discutere e criticare nei forum.

Mi è venuto spontaneo confrontare questo corso con la situazione in Italia. Ho sicuramente una conoscenza parziale del sistema universitario italiano; conosco alcune esperienze importanti e ho partecipato a corsi tenuti dall’Università della Tuscia. Tuttavia mi pare che non ci sia nulla di paragonabile. Rimanderei l’analisi delle ragioni di questa differenza, tuttavia mi pare di poter dire una cosa: organizzare una serie di corsi gratuiti online su svariati argomenti – fisica, internet, musica, logica, neuroscienze – presuppone una mentalità democratica, aperta che in Italia non esiste. La democrazia per radicarsi nei pensieri e nei comportamenti delle persone – uomini e donne – richiede tempo, esperienze, cultura, istruzione. E l’Italia deve ancora farne di strada.