Leggo l’articolo di Gianni Marconato L’uso dei tablet migliora l’apprendimento? Pare proprio di no. L’articolo riferisce la ricerca Impara digitale – Monitoraggio, condotta della Bocconi nell’anno scolastico 2012/2013 e pubblicata nell’ottobre del 2013. Nel riportare il contenuto della ricerca della Marconato è corretto e anche la tesi di fondo – la qualità dell’apprendimento dei ragazzi non migliora con l’uso dei tablet – è condivisibile e in un certo senso già nota. Ma come per tutte le ricerche, è importante perché chiarifica e sistematizza intuizioni soggettive o non argomentate.
Sopratutto aiuta a sgombrare il campo da un fraintendimento relativo alle “nuove tecnologie” che non sono degli strumenti grazie ai quali l’apprendimento miracolosamente migliora ma sono strumenti che occorre sapere usare per vivere e operare nella realtà analogico-digitale in cui ci troviamo a esistere. In questo senso la cittadinanza digitale ha grande importanza, aggiungo io.
Saper usare le “nuove tecnologie digitali” richiede sviluppo cognitivo, maggiore sensibilità sociale e competenze comunicative evolute. Ma senza l’intervento del docente che motiva, incita, stimola e modula le attività a seconda delle persone, qualsiasi piattaforma resta inerte e anzi può diventare un ostacolo.
In conclusione qualche interessante scoperta della ricerca:
- l’uso dell’italiano non cambia e si mantiene di buona qualità sia online che offline, a differenza delle materie scientifiche e della matematiche, che online sono insegnate con un metodo del tutto diverso da quello offline;
- gli studenti con maggiori difficoltà possono giovarsi di più dell’apprendimento online rispetto a quelli già con buon rendimento. Forse perché le nuove tecnologie hanno un effetto novità che dà maggiori motivazioni.